Tariffe freelance: quanto e come farsi pagare

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Le attività di Freelancing, specie negli ultimi anni, stanno riscuotendo un gran successo sia per le promesse di maggiore libertà, ma anche per le possibilità di maggior guadagno rispetto ad una stessa posizione lavorativa ma da dipendente. Un Freelancer tuttavia deve tenere conto anche delle spese extra che farà bene a considerare nei suoi preventivi e quindi nelle tariffe che applicherà ai suoi clienti.

Ma cosa sono le tariffe da freelance e in che modo si ricavano? Ecco una panoramica in grado di aiutare a trovare la migliore soluzione per un’attività di freelancing.

Tariffa oraria

Un libero professionista in Italia dovrà valutare nel dettaglio quale tariffa oraria applicare ai suoi clienti. Secondo alcune ricerche, la tariffa oraria minima di un freelancer deve tenere conto di fattori determinanti come:

  • Qualità della prestazione o servizio offerto
  • Costi e benefit: tassazione, contributi, ferie, malattia, congedo parentale, ecc.
  • Ore extra per la contabilizzazione, relazione con i clienti, networking e formazione
  • Richiesta della figura professionale

Lo scorso anno in Italia si stima che i freelancer abbiano prestato servizi con una tariffa freelance oraria media di 25 euro netti. È chiaro che a seconda della professione la parcella di base può variare. Pertanto, un ingegnere informatico chiederà in genere un salario orario minimo più elevato rispetto ad un social media manager.

La tariffa a ora è una tipologia di pagamento che meglio si sposa con quelle collaborazioni a breve termine che presentano un insieme di attività da svolgere con una media di ore settimanali prestabilite o ad ogni modo stimabili. In questi casi infatti è possibile stipulare dei contratti da freelancer per ore settimanali determinate dal prezzo orario stabilito.

Pregi della paga oraria

Ricavare una tariffa oraria in genere è più immediato rispetto all’elaborazione di un compenso a progetto o a pacchetto. E il motivo è semplice: per questa prima soluzione non bisogna calcolare il possibile profitto sul servizio offerto e il tempo impiegato. Un libero professionista potrà infatti semplicemente fornire i dettagli al cliente che a sua volta valuterà se contrattare il freelancer sia in base al budget aziendale che all’esperienza dell’esperto a cui vorrebbe affidarsi.

Il compenso orario tuttavia necessita di una prova del tempo reale impiegato per portare a termine un determinato lavoro. Il freelancer dovrà quindi utilizzare uno strumento che monitori le ore di lavoro e comprovare in fattura le tempistiche per offrire un servizio affidabile e che possa convincere il cliente.

Difetti della tariffa a ora

Il libero professionista che ottiene collaborazioni durature potrebbe anche optare per un compenso a progetto. Di fatti, un freelancer esperto potrebbe essere in grado di svolgere operazioni che in media necessiterebbero di un numero di ore maggiore a quello normale. 

Per questa ragione, sarebbe un peccato svalutare il proprio lavoro solo per una questione di tempistiche. In questo caso è consigliabile valutare attentamente le proprie abilità e le competenze nell’ambito specifico ed elaborare una tariffa appropriata a seconda della tipologia di prestazione.

Nei progetti a lungo termine, specie nei casi in cui superano il mese, è possibile che il cliente possa iniziare a ripensare all’offerta, vedendo il numero di ore di lavoro del freelancer. Per evitare che sorgano dubbi o ripensamenti dalla controparte, potrebbe essere più intelligente offrire un pacchetto ad hoc a seconda del progetto da completare. La stima del valore potrà richiedere maggior tempo, ma giunti al punto potrebbe assicurare la stabilità del rapporto di collaborazione.

Pagamento a progetto

La scelta di offrire un servizio a progetto è particolarmente adatta per eventuali collaborazioni a lungo termine o che necessitano di interventi tecnici e mirati. Al contrario di una tariffa freelance oraria, un pacchetto comprende il costo dell’intero servizio, prevedendo ore di lavoro e profitto finale per un determinato progetto.

Ad ogni modo, per offrire un servizio a pacchetto, la tariffa freelance deve basarsi su una media che consideri il numero di ore che sarà impiegato per portare a termine il progetto con l’aggiunta degli extra da sostenere come tassazione, benefit e contributi.

Dalla sua, una collaborazione a progetto garantisce un compenso fisso prestabilito e pertanto riesce a smarcare il lavoro da vincoli orari. In questo modo non solo il freelancer sarà più libero di lavorare e quindi fornire un prodotto di maggior qualità, ma anche al cliente sarà fornita una panoramica definita che difficilmente sarà messa in dubbio.

Questa formula è alquanto apprezzata nel freelancing. I clienti infatti sono più inclini a ottenere un lavoro di maggiore qualità piuttosto che un prodotto a ore che potrebbe impattare sul valore finale del servizio. Inoltre, un progetto è semplice da registrare sia sui preventivi che nella fattura finale al cliente. 

È da considerare tuttavia che per una collaborazione duratura il prezzo finale potrebbe lasciare il cliente interdetto, specie per via di un costo elevato a cui non è in alcun modo abituato. Per questa ragione, è ragionevole riportare nel preventivo i vari passaggi che portano al prezzo finale, aiutando il cliente a comprendere da cosa derivi il totale.

Come farsi pagare?

Le soluzioni descritte sono entrambe valide e applicabili. La scelta è a discrezione del freelancer che può valutare, a seconda del tipo di cliente e del progetto su cui lavorare, quale tariffa freelance adoperare e come meglio valorizzare le proprie prestazioni senza contravvenire alle aspettative del cliente. La libertà del freelancing in fondo è anche questo: avere la completa autonomia su come essere pagati e valutare attentamente quale metodo prediligere in base al contesto